Va dove ti porta la porta

Sono i periodi complicati, tragici, che rendono interessanti le biografie degli scrittori, degli artisti.

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Il mare restituisce tutto ai legittimi proprietari, anche una porta. Carla non saprebbe dire con certezza chi per primo abbia visto quella porta, chi per primo l’avesse postata in rete. Di certo però appena la vide, pensò: ” Va dove ti porta la porta “. Sembrava un curioso suono.

Lei corre sempre a Sabaudia, qui sta scrivendo il suo romanzo, qui viene a nascondersi tra le dune, a cercare di dare un senso ai tanti capitoli, che va componendo. Il mare, Sabaudia, le consegna storie d’amori, l’idea era un romanzo corale sulle mille sfaccettature in cui l’amore bussa alle porte. Questa volta in riva al mare ha incontrato un amore che ha bussato in maniera violenta, che ha buttato giù la porta, lasciando la donna senza difese. Il suo editore sta perdendo la pazienza. Ha da tempo annunciato il ritorno della scrittrice, che scrive con il sangue delle donne, per le donne, con le donne. Carla come le sue protagoniste non ha pace. La scrittura ha bisogno di pace, di concentrazione, ma anche no, pensa Carla. La scrittura si nutre anche di dolore, di sofferenza. Una sera il figlio in una cena su una terrazza sabaudiana:

“sono i periodi complicati, tragici, che rendono interessanti le biografie degli scrittori, degli artisti”.

In riva al mare, la porta si è adagiata sulla sabbia. Il mare è calmo. Se arrivasse una tempesta, quella porta scardinata potrebbe diventare una zattera, dove mantenersi in equilibrio, per non annegare. Oggi Carla sulla spiaggia di Sabaudia ha incontrato una donna cinquantenne, un’età a rischio, un’età in cui pensi di essere vaccinata, pensi di saper gestire, controllare. Balle, giganti balle, senza preservativo al cuore, ogni età è a rischio. Le storie d’amore sono relegate nella “letteratura rosa”, tuona l’editore in una email. Occorre narrarlo in maniera hard, tra le dune deve spuntare sesso trasgressivo, il bagnino è un sogno erotico. A Sabaudia c’è la maga Circe, non c’è Penelope ad aspettare che le onde del mare le portino Ulisse.

Carla invece apre il suo blocco notes: ” Va dove ti porta la porta ”.

Lui con prepotenza ha scardinato la porta, che avevo costruito per vivere tranquilla, lontano dai frastuoni del cuore, che quando si agita il cardiologo non sa cosa fare, le cicatrici si sono agitate. Come da tradizione un tranquillo impiegato di banca, in giacca e cravatta camminava sulla spiaggia, portava con lui un giornale economico voleva offrirmi un caffè decaffeinato, ma io ho declinato l’invito. La Simona mi ha guardato: “hai perso un’occasione”. Io ho guardato la porta e sul blocco notes: “Un musicista con un jeans e una maglietta stropicciata, portava con lui un sax, mi ha offerto un bicchiere di vino rosso alle dieci di mattina, ero a digiuno, ho accettato l’invito, ovviamente mi sono ubriacata. La porta mi ha portato in una storia di quelle che non riesci a chiudere con tanti colpi di scena … Sabaudia ha un fascino incredibile anche quando trovi una porta sulla spiaggia”.

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