Si faceva vela a scuola perché l’appuntamento rumoroso nel quartiere erano le partite del Cagliari.
Allora e sino alla vittoria dello scudetto del 1970 le partite si svolgevano allo Stadio Amsicora.
Ancora visibile le finestrelle murate al Capolinea del bus numero 5 all’ingresso dello Stadio, dove i cassieri staccavano i biglietti per l’accesso all’Amsicora per veder le partite del nostro Cagliari.
Abitando vicinissimi allo stadio quando giocava in casa ogni gool del Cagliari, faceva vibrare i vetri delle finestre di tutto il quartiere e si sentiva un unico urlo: GOOOLLLLL!!!!

Quando il Cagliari giocava fuori casa era peggio ancora perchè la famiglia di sù…senza fare nomi ma solo cognomi: gli Schiano….buttavano giù le sedie…i tavoli….i piatti….le bambine dalle finestre….

Ogni gool erano dieci minuti di terremoto dove tutto veniva trainato per tutta l’area dell’appartamento…provocando serie lesioni al nostro appartamento sottostante e mettendo in pericolo la stabilità dell’intero edificio.
Babbino diceva sempre: “Qualche giorno rimaniamo senza casa in questo palazzo….stanno massacrando i mobili!!!”
Ora ho scoperto che era una tattica di Sig.ra Emilia per cambiare il mobilio. Ne sapeva una più del diavolo Sig.ra Emilia.

Io ero studentessa modello….ma il mio desiderio era vedere Gigi Riva e gli altri giocatori da vicino (poi anni dopo lavorando alla Ford ebbi rapporti di lavoro con Greatti/Assicurazioni …rifornivo al distributore di Tommasini).
Sapevamo tutti che gli allenamenti venivano fatti il giovedì pomeriggio, vedevo sempre la Dino Ferrari celestina di Gigi Riva parcheggiata all’entrata dell’Amsicora, conoscevo la targa a memoria…e poi c’era solo quella a Cagliari.
Un giorno faccio vela a scuola…..l’unica vela della mia vita e, decido in tutta solitudine d’andare a vedere l’allenamento del Cagliari.
Ecco, vedo la Dino Ferrari di Gigi Riva parcheggiata, entro e salgo nei gradini di cemento degli spalti del Cagliari, erano altissimi quei gradini.

Prendo una “zappulata” a terra e mi sfascio le ginocchia….e logicamente mi rompo le calze velate. Ma chi se ne frega, prendo il fazzoletto di stoffa e mi tampono il sangue. Che sarà mai, mi sono gustata la partita.

Dovevo sembrare una mummia con i fazzoletti di stoffa legati alle ginocchia.
Ero estasiata…..e pensavo….li sto vedendo….sono i nostri campioni…i nostri giocatori.
Poi finita la partita tutti correvano a chiedere gli autografi…..
Ero abbastanza timida per fare queste cose…avevo vicino il mio idolo ma rimasi bloccata.
Non chiesi l’autografo …ma tontona potevo essere allora, forse se avessi avuto compagnia avrei chiesto l’autografo.
L’unica vela della mia vita e non avevo avuto il coraggio di andare oltre!!
Pochi anni fa …il fratello di mio marito che abita affianco a Gigi Riva ci invita al compleanno delle bambine….noi non restiamo a cena da loro……l’indomani mia cognata mi avvisa che sul tardi è arrivato lui, il mio mito da sempre e si era trattenuto a cena…..
(Gigi Riva si era innamorato del loro cane e per via di questo fatto sempre si parlavano)
Porca miseria……ancora una volta……..e mi sfugge!!!!

Continuano a scorrere i fotogrammi che mi strappano un sorriso di nostalgia.