Camminando con Wilma Montesi su una spiaggia

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Camminando nel tempo e nello spazio in questo tempo “slabbrato” questo tempo che mi consegna una dimensione diversa. Questo “tempo slabbrato” chissà come sarà narrato sui libri di storia, camminando nella solitudine di una città, che sta scoprendo “il confinamento”.

Sono cambiati gli orari della metro, le corse finiscono “prima” anche la “dimensione” temporale si allontana. Tempo slabbrato, professore, ma con chi vai passeggiando La storia con i suoi fatti culturali che segnano le epoche si allontana sempre di più. Sto passeggiando negli anni 50, che è archeologia per i miei studenti e le mie studentesse. Oggi la velocità della notizia e le tante notizie fagocita la Storia e tutto entra nell’oblio velocemente. Camminando mi viene incontro un’altra donna, apparentemente anonima: “Wilma Montesi”. Il mistero di una ragazza normale.

Siamo sulla spiaggia di Torvaianica.

E’ l’11 aprile 1953, vigilia di Pasqua. Un muratore, un certo Ferdinando Bettini alle 7:20 mangiando un panino, scopre un corpo di una donna. Si scopre dopo poche ore il nome, ma non il perché, delitto o suicidio? Un fatto di cronaca, che si allargherà a macchia d’olio, entrando nella storia culturale italiana. Una ragazza come tante 21 anni, che abitava nelle case popolari della Salaria. Padre falegname, mamma e sorella casalinga, un fidanzato poliziotto. Wilma Montesi ogni tanto faceva la comparsa a Cinecittà. Per questo motivo entra nella storia come attrice, insoddisfatta di un futuro con un poliziotto. Due giorni prima la mamma e la sorella erano andate a vedere al cinema “la carrozza d’oro” con Anna Magnani. Wilma Montesi non andò, quindi nella cronaca arriva l’elemento “non amava la Magnani”.

Nell’Italia bacchettona degli anni 50 il suicidio è una vergogna.

Compito della sorella è proteggerla dallo scandalo, tanto da raccontare che entrambe soffrivano di un eczema ai talloni, per questo facevano dei bagni ai piedi con l’acqua del mare per alleviare, mitigare il dolore. “Morta per un pediluvio”. Nello stomaco fu trovato un gelato, morta per congestione, niente scarpe, niente calze, ma soprattutto niente borsa. Il caso diventa un giallo mediatico, è “scomparso il reggicalze”. Siamo in piena campagna elettorale, spunta fuori il nome di Attilio Piccioni, di Piero Morgan, fidanzato al tempo con Alida Valli. Dopo la vittoria di De Gasperi il caso sembra archiviato … ma spunta fuori la pista di festini e droga… arriva un processo ai giornalisti.

Salta fuori un giovane Andreotti.

Arriva una testimone, che entrerà nella storia come “il cigno nero”. Battezzata così dalla Cederna, ANNA MARIA MONETA, anche lei aspirante attrice. Numerosi colpi di scena che portano tanti nomi sul delitto. Tempo slabbrato camminando con Wilma Montesi, che ha ispirato film, romanzi ancora oggi non sappiamo chi la uccise. Certamente ognuno di quelli che è entrato nella scena per difendersi ha cercato di infangare il nome di Wilma, associando il suo nome alla prostituzione, alla droga, all’alcool, ai festini. Testimonianze che vanno e vengono, giornalisti che scrivono e ritrattano. Tempo slabbrato io non so cosa successe veramente quella notte, ma so che quella morte è una ferita dolorosa nella storia delle donne.