Amaro amar.

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AMARO AMAR.

LETTERA A PENELOPE.

Camilla Frattolillo
Sarentino (Bolzano) – Italia
Sarentino, 28/12/1216 a.C.

Alla C. A. della Spett.le Sig.ra Penelope
Itaca (Isole Ionie)
Grecia

OGGETTO: D’amor consulenza.

Gent.ma Sig.ra Penelope,

Con la presente, desidero sottoporre alla Vostra cordiale attenzione la possibilità di ricever da Voi consulenza in merito ad a Voi note d’amor questioni.

In primis, a Voi cordialmente preme domandar quale e quanta forza Vi sia occorsa per sopravviver a tutte le pene dell’amaro amar, dell’angoscioso aspettar, dello straziante sperar e quale e quanta forza Vi sia occorsa per non lasciarVi strappar via la vita dal rimpianto del Vostr’amore, dal tormento e dall’amor per Esso. Quale e quanta forza V’è occorsa per tener il cuor costante? Mai nessun altr’uomo V’amò? Mai nessun altr’uomo amaste? Mai ‘l Vostro cuor si sfinì, si logorò, nell’attesa, negl’infiniti giorni e nell’infinite notti, consumati a pianger? Mai paura? Mai sconforto? Mai dubbio? Dolore, soltanto, senza misura né fine?

Quale e quanta forza V’è occorsa? Quale e quant’amore?

Come può esser possibil, Gent.ma Sig.ra Penelope, un così profondo amor, un così disperato amar? Come può esser possibil un così perpetuo, strenuo, aspettar? Vostro desiderio o semplice impossibilità di far diversamente? Avete mai anche sol potuto pensar di ceder? Avete mai anche sol potuto pensar d’arrenderVi? Anche Voi avete passato ogn’attimo del Vostro viver a pensar a Lui? Anche Voi avete compiuto ogn’azione del Vostro far aspettando quando vedrà Lui? Anche Voi avete scritto ogni parola del Vostro amar immaginando quando leggerà Lui? Anche Voi avete pregato ‘l Cielo, implorato risposte alla Luna e sussurrato Buonenotti al Vento, per Lui?

Anche Voi avete più e più volte supplicato Artemide di scoccarVi ‘n petto una freccia e liberar così ‘l Vostro corpo d’ogni dolor?

Com’Avete resistito, eppur, così a lungo? Quant’ancor Avreste potuto sopportar? Quanto dolor? Quant’amaro amar, quant’angoscioso aspettar, quanto straziante sperar, ancor? Tuttavia, Lui tornò e nulla fu vano. Ma se tornato non fosse? Se da lance di guerra fosse stato trafitto? Se da impetuose onde fosse stato strozzato? Se da mostri orribili fosse stato annientato? Se da un’altra donna ‘l suo cuor fosse stato rapito? Vano ‘l Vostro penoso viver, vano ‘l Vostro inconsolabil pianto? Vano ‘l Vostro amaro amar, ‘l Vostro angoscioso aspettar, ‘l Vostro straziante sperar? Tutto ciò mi logora, Gent.ma Sig.ra Penelope. L’amar, l’aspettar, lo sperar e la paura della lor inutilità. Eppur, alternativa non trovo.

In febbril attesa d’un Vostro gentil riscontro e ringraziandoVi per la Vostra cortese attenzione, Vi porgo i miei più sentiti saluti.

In fede,

Camilla Frattolillo