Il contenuto o la copertina?

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In un freddo pomeriggio d’inverno ingannavo il mio tempo, guardando fuori dalla finestra.

Pioveva a dirotto e dentro, qualche brivido mi saliva sulla schiena.

È in questi momenti che i pensieri vengono giù ed io iniziai col chiedermi,  di quale consistenza fossero fatte tutte quelle cose a cui spesso non riusciamo, o semplicemente, ci dimentichiamo,  di dare un nome.

Prima tra tutte: la  felicità.

Chi di noi, non si è mai chiesto, almeno una volta, cosa fosse in fondo la felicità?

Chi di noi, può dire di non averla mai rincorsa, nemmeno per un istante, come un bimbo rincorre una bolla di sapone, con la stessa luce negli occhi ?

Io, ho sempre creduto che la felicità fosse realizzare il sogno della vita, diventare proprio quel personaggio che sognavi da bambino … vincere una gara, un Oscar, vincere un qualche cosa che ti allontanasse almeno un po’ da  quell’horror vacui che ti portavi dentro…

quella paura dell’oblio, che d’un tratto nelle tue giornate ti faceva tirare un sospiro pesante.

Beh, il tempo, la vita mi hanno insegnato che stavo correndo nella direzione sbagliata.

La felicità risiede nei gesti quotidiani,  inaspettati: è una chiacchierata fino a tarda notte con il tuo migliore amico, una risata di pancia, sono gli occhi di tua nonna che si commuove ancora per i tuoi piccoli traguardi.

La felicità è riuscire a superare proprio quell’esame,  per cui non ti sei mai sentito all’altezza.

È rendere felice chi hai affianco, chi hai di fronte, smettendo,  per un attimo, di pensare alle stanze di casa tua, ancora vuote o da rispolverare.

È trovare  il coraggio di rialzarsi dagli uragani che ti hanno stravolto, per tornate ad indossare quel vecchio sorriso, meglio di prima.

Perché in fondo, se la vita fosse un libro, la felicità sarebbe il contenuto o la copertina?