Allenamento fisico e riflesso sugli stati d’animo, emozioni e sentimenti. Influenza del corpo sulla mente.

324

Allenamento fisico e riflesso sugli stati d’animo, emozioni e sentimenti. Influenza del corpo sulla mente.

E’ dimostrato, che l’attività fisica regolare migliora l’umore, la salute, la forza motivazionale. Questo è vero, quando, essa è fatta con piacere. Allo stesso modo, è stato evidenziato, che fare attività fisica contro voglia. Ad esempio, a ritmi ed orari, imposti e non concordati con gli atleti, aumenta i livelli di stress. Questa cosa può essere misurata, sia a livello emotivo, con test specifici, sia con un analisi del sangue.

Non si tratta solo di una percezione negativa, ma di un alterazione biologica oggettiva.

Questo fenomeno si spiega, con un meccanismo metabolico, innescato dal cortisolo, l’ormone dello stress, continuato dall’insulina, con riflessi sulla melatonina e la qualità del sonno. L’insulina è un ormone, di natura proteica, che viene sintetizzato dal pancreas. Esso ha la funzione, di comunicare, alle cellule del nostro corpo, di far entrare glucosio, in modo che questo possa essere utilizzato come carburante, per la produzione di energia. Però, nel caso del cervello, questo ormone impedisce che arrivino ai neuroni, gli aminoacidi necessari, per produrre la dopamina e la noradrenalina. Allo stesso tempo, favorisce l’entrata del triptofano, precursore della serotonina.

L’eccessiva produzione di questo neurotrasmettitore, causa uno squilibrio, che è percepito, come un esagerato stato di euforia e benessere.

Dopo qualche ora, quando l’insulina ha portato a termine il suo compito, per il suo effetto, si verifica un calo della glicemia. Questo mette in allarme l’organismo, che, per ovviare a ciò, innesca la produzione di cortisolo, allo scopo di far risalire i livelli di glucosio. Quest’ultimo ormone, blocca l’entrata del triptofano, all’interno del neurone. Favorendo così l’entrata dei precursori della dopamina e noradrenalina, inoltre ha un influenza negativa sulla produzione di melatonina.

Queste variazioni provocano sensazioni di insoddisfazione e frustrazione e alterazione della qualità del sonno.

Concludendo, possiamo dire, che il cervello e di conseguenza gli stati d’animo, in seguito a questo meccanismo metabolico, percepiscono alti e bassi, che modifica, involontariamente, le sensazioni percepite e l’equilibrio dei neuroni. E’ bene tener presente che il glucosio è una fonte primaria energetica per il nostro cervello. Chiusa questa parentesi, è stato ipotizzato, che ci sono condizioni che,  innescano questi alti e bassi di cortisolo ed insulina, dovuto a stress, con, conseguente, aumento in circolo di cortisolo. Questo fenomeno regredirebbe, non appena si normalizzano i suoi livelli, nel sangue.

Una volta eliminati questi fattori perturbanti, il sistema ritorna in fisiologia.

E’ importante, quindi, ritornando al nostro tema, non sottovalutare, e tener in debito conto, quelle informazioni che ci vengono date, in maniera inconsapevole o sotto la nostra consapevolezza, a cui veniamo sottoposti, senza che sembrino rilevanti, senza che ce ne rendiamo conto. Ad esempio, una discussione tra dirigenti sportivi ed allenatori, tra colleghi di squadra, il colore delle pareti dello spogliatoio, della palestra, il tipo di esercizio atletico da fare, gli schemi da applicare, sedute di allenamento troppo intense, ecc.. Queste informazioni possono influenzare, in maniera sorprendente, atteggiamenti e scelte, soprattutto per i meccanismi prima descritti, che portano ad una perturbazione dei processi cognitivi.

Questo si rifletterà, sulle scelte, decisioni dell’atleta e, di conseguenza, sulla sua prestazione.

E’ facile capire che, come nello sport, questa considerazione può essere estesa a tutti gli aspetti della vita quotidiana. Perciò, ritengo che sia importante, tenere conto di tutte queste variabili, se si vogliono raggiungere risultati di eccellenza. Un altro fattore da tenere in debito conto è la respirazione. Una respirazione disfunzionale, superficiale, può attivare una serie di stati d’animo, di ansia, paura, frustrazione.

Viceversa, uno stato d’animo di preoccupazione attiva una respirazione disfunzionale.

Attraverso una respirazione lenta, è possibile avere, nell’organismo, la giusta miscela tra ossigeno ed anidride carbonica, che permette all’emoglobina di rilasciare, con facilità, l’ossigeno alle cellule, facendo in modo che i mitocondri lo possano utilizzare, in modo ottimale, per produrre energia. Esistono tecniche specifiche, per realizzare una respirazione ottimale.

La respirazione va allenata, se si vogliono avere risultati di eccellenza.

Un altro parametro utile, per evidenziare come l’allenamento fisico possa influenzare l’organismo, quindi il cervello e, di conseguenza, l’attività mentale, alterando neurotrasmettitori ed ormoni, come descritto prima, è l’HRV. Una misurazione effettuata per alcune settimane può essere molto significativa. Esso misura le piccole, quasi impercettibili, differenze, nel tempo che intercorre tra un battito cardiaco ed il seguente. Maggiore è questa variabilità, maggiore è lo stato di salute del corpo e della mente.

La misurazione dell’HRV può essere fatta con svariati applicativi.

La maggior parte di essi utilizza un codice colore a semaforo, permettendo, cosi, di decidere se è opportuno intraprendere sessioni di allenamento intense (luce verde), oppure, se è meglio tenere un atteggiamento più prudente (luce gialla), o, ancora, se è necessario un giorno di riposo (luce rossa). Per un atleta, non è sempre un bene, avere sempre una luce verde, perché, potrebbe significare che gli stimoli allenanti non sono sufficienti a portare miglioramenti. L’ideale sarebbe, per il corpo e la mente, avere una maggioranza di segnali verdi, inframmezzati da un poco di gialli, ad indicare che l’attività è stata sufficientemente intensa, senza provocare stress, con tutte le conseguenze descritte prima.

E’ senz’altro vero che un buon allenamento mentale, porterà ad un influsso positivo sul corpo e sulla prestazione, ma è altrettanto vero, che un allenamento atletico, tecnico, tattico che non tenga conto di quanto detto in precedenza, possa diminuire, se non annullare gli effetti di un training mentale, anche se condotto in modo magistrale. Concludo con questa locuzione latina, In medio stat virtus (o anche in medio virtus stat), il cui significato letterale, in italiano, è: «la virtù sta nel mezzo». La locuzione invita a ricercare l’equilibrio, che si pone sempre tra due estremi, pertanto al di fuori di ogni esagerazione.

Dott. Sicignano Antonio

Medico di Medicina Generale
Medico Psicoterapeuta
Specialista in Ipnosi e Psicoterapia Ericksoniana
Esperto in Psicologia dello Sport
Presidente comitato Campania SPOPSAM