Ipnosi nel recupero da infortuni

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Esiste una vasta letteratura a prova di come l’ipnosi nello sport aumenti lo stato di rilassamento, il senso di autoefficacia e migliori la regolazione emotiva favorendo il recupero da infortuni. La psicologia dello sport attribuisce grande importanza alla preparazione mentale degli atleti. C’è una grande convergenza di prove, sul fatto che le capacità mentali siano, almeno, altrettanto importanti, rispetto a quelle fisiche e tecniche (De Petrillo, Kaufman, Glass, & Arnkoff, 2009; Hardy & Nelson, 1988; Jones, 2003; Straub, 1989; Vealey, 1988, 2012; Weinberg & Gould, 2007). Spesso si utilizza l’ipnosi mascherata dietro altri nomi che, probabilmente, inquietano meno del termine ‘ipnosi’, come visualizzazione attiva, immaginazione guidata, ecc., ma, che, in realtà, rientrano nel classico percorso ipnotico applicato allo sport.

Cos’è l’ipnosi?

Può essere definita come uno stato di coscienza diverso dallo stato di veglia comune (Weitzenhoffer, 2000). Quando si è nello stato ipnotico l’ipnotista può fornire suggestioni al soggetto (o il soggetto a se stesso nel caso in cui pratichi l’autoipnosi) per produrre dei cambiamenti nelle percezioni, nelle emozioni, nei pensieri in modo da facilitare il cambiamento a lungo termine di schemi di comportamento (Heap & Aravind, 2002). Semplificando, l’inconscio va considerato come un serbatoio, un archivio che contiene tutte le esperienze, capacità e risorse, e tutte le aspettative di futuro che si sono sedimentate nel corso della vita.

Promuovere una collaborazione tra mente conscia e inconscia consente di promuovere, ogni giorno, un maggior equilibrio interno.

Vediamo, in sintesi, cosa succede durante l’ipnosi.

Attraverso l’elettroencefalogramma si è potuto verificare che inizialmente si riscontra un primo cambiamento dello stato di coscienza con la presenza di onde alfa, quelle tipiche del profondo rilassamento, che vanno a sostituire le beta, caratteristiche, invece, dello stato di veglia. Nel passaggio successivo si manifesta un predominio delle più lente onde Theta, che caratterizzano la trance vera e propria e che spesso si manifestano nel periodo che precede il sogno.

E’ questo lo stato in cui l’ipnotista passa all’utilizzo di un linguaggio metaforico-allegorico, proprio dell’emisfero destro (quello dell’istinto e creatività), che nel frattempo si è trasformato nell’emisfero dominante, rispetto al sinistro che è responsabile della logica e del razionale. Attraverso questa tecnica è in grado di creare delle ‘realtà ipnotiche’ dove l’atleta, attingendo alle sue risorse più profonde, potrà sviluppare delle nuove associazioni. L’individuo in ipnosi non è totalmente avulso dalla realtà o in totale balia dell’ipnotizzatore, perché, durante la seduta, la sua psiche mantiene vigile l’occhio della mente razionale, relegandola tuttavia al solo ruolo di osservatore.

Molti studi hanno evidenziato, come le suggestioni ipnotiche non solo influenzano la percezione dello sforzo ma anche i parametri neurofisiologici (battito cardiaco, HRV, pressione sanguigna, respirazione, la captazione di ossigeno e la produzione di diossido di carbonio, sia “a secco” che durante l’esericzio. Ancora più recentemente le ricerche hanno dimostrato la variazione dell’irrorazione sanguigna cerebrale (rCBF) in seguito a stimolazione ipnotica volta a modificare la percezione dello sforzo durante un esercizio dinamico.

Riabilitazione dagli infortuni attraverso l’Ipnosi

L’ipnosi sembra contribuire all’accelerazione del processo naturale di guarigione, Liggett (2000). Ian Robertson (1999). Il dolore cronico, che continua anche dopo il recupero dell’infortunio, di solito comporta fattori fisiologici e psicosociali tra loro collegati e richiede un trattamento più complesso di quello per il dolore acuto. Una meta analisi su 18 studi pubblicati da psicologi (Montgomery, Duhamel e Redd, 2000) ha mostrato che il 75% dei partecipanti clinici e sperimentali con diversi tipi di dolore, hanno ottenuto sollievo grazie a tecniche ipnotiche.

L’ipnosi potrebbe essere in grado di bloccare l’elaborazione del dolore da parte del cervello, aumentando notevolmente la soglia del dolore nella maggior parte dei casi (Facco et al., 2011), inoltre, recenti studi mostrano come l’ipnosi sia in grado di ridurre le risposte di stress ed ansia, relative agli stimoli dolorosi non, semplicemente, fornendo dissociazioni dall’esperienza del dolore, ma fornendo uno strumento che dovrebbe essere considerato al pari degli altri strumenti analgesici.

Gli studi di neuroimaging sul dolore hanno dimostrato come l’ipnosi possa agire sia sulla percezione e discriminazione (intensità del dolore), in cui è coinvolta la corteccia somatosensoriale, sia sui suoi aspetti cognitivi – affettivi (la fondamentale caratteristica di essere spiacevole) mediati dalla ACC (corteccia cingolata anteriore). Essa è una struttura critica per diverse funzioni. E’ il crocevia tra attenzione, motivazione, cognizione, affettività, gestione dei conflitti tra stimoli incongruenti e controllo motorio (Facco 2014). In questa ottica, l’ipnosi è utile sia nel recupero che nella prevenzione degli infortuni. Concludendo, si può dire che il dolore è un fenomeno di estrema complessità che può essere modulato con l’attività introspettiva dell’atleta, utilizzando l’ipnosi e la meditazione.

Bibliografia:

– De Petrillo, L. A., Kaufman, K. A., Glass, C. R., & Arnkoff, D. B. (2009). Mindfulness for Long-Distance Runners: An Open Trial Using Mindful Sport Performance Enhancement (MSPE). Journal of Clinical Sports Psychology, 4, 357–376.
– Hardy, L., & Nelson, D. (1988). Self-regulation training in sport and work. Ergonomics, 31(11), 1573–1583. http://doi.org/10.1080/00140138808966807.
– Heap, M., & Aravind, K. A. K. (2002). Hartlands Medical and Dental Hypnosis. London: Churchill Livingstone.
– Liggett DR, Hamada S., 1993. Enhancing the visualization of gymnasts. American Journal of Clinical Hypnosis, Jan;35(3):190-7.

– Liggett DR., 2000. Enhancing imagery through hypnosis: a performance aid for athletes. American Journal of Clinical Hypnosis Oct;43(2):149-57.
– Robertson I.H., 1999. Il cervello plastico, come l’esperienza modella la nostra mente. Rizzoli.
– Montgomery G. H., DuHamel K. N., Redd W. H. (2000). “A meta-analysis of hypnotically induced analgesia: how effective is hypnosis?”. International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis.
– Facco E., Casiglia E. (2011). “Effects of Hypnotic Focused Analgesia on Dental Pain Threshold”. International Journal of Clinical and Experimental Hypnosis.
– Enrico Facco. (2014). Meditazione e ipnosi, tra neuroscienze, filosofia e pregiudizio. Edizioni altavista.

Dott. Sicignano Antonio
Medico di Medicina Generale
Medico Psicoterapeuta
Specialista in Ipnosi e Psicoterapia Ericksoniana

Esperto in Psicologia dello Sport
PNEISYSTEM TRAINER
Presidente Comitato Campania SPOPSAM
Membro Direttivo Nazionale SPOPSAM
Mental Coach