Italia svende mare e petrolio alla Francia. Di cosa sarà ricordato il Governo Gentiloni? Di poco. Messo lì da Mattarella dopo le dimissioni di Renzi a seguito della sconfitta incassata col Referendum costituzionale, per concludere la legislatura e calmare le preoccupazioni di Borsa e Ue. Un personaggio così filo-europeista, al punto che Junker e Moscovici si auguravano un rinnovo del suo mandato. Peccato però che, malgrado tutto, esista ancora la democrazia.
E di Gentiloni Ministro degli esteri? Incarico che ricopriva nel succitato Governo Renzi? A parte qualche gaffe, un servilismo filo-americano e filo-europeista, poco altro. O forse no. Anche un certo accordo, il cosiddetto accordo di Caen siglato coi francesi nel marzo 2015 e che andrà in vigore il prossimo 25 marzo. In realtà, è frutto di un lavoro cominciato nel 2006, quando al governo c’era sempre il centrosinistra. Il Premier era Prodi e Gentiloni era Ministro delle comunicazioni, ricordato per la sua benevolenza rispetto all’annoso problema del conflitto di interessi di Berlusconi. Verso il quale tutti i governi di centrosinistra sono in realtà stati tali.
Ma torniamo alla domanda di partenza: cosa prevede accordo di Caen tra Italia e Francia? Perché indigna i più? In quanto, detta in estrema sintesi, regala alla Francia parte delle nostre acque territoriali, e con queste alcuni i ricchissimi giacimenti di petrolio scoperti al largo della Sardegna. Ma vediamo i dettagli.