Robot alleati del lavoro? quale futuro per gli esseri umani? Per scrivere di questo tema, negli ultimi tempi, sono stati utilizzati fiumi di inchiostro e le migliori menti dei ricercatori hanno provato a offrire una risposta a questa domanda. Quale scenario emerge? Una netta separazione tra apocalittici e integrati, per dirla citando Umberto Eco. Ma, con il passar del tempo e l’affermarsi dei principi guida della nuova industria, diventa sempre più chiaro che i primi studi e le prime considerazioni sembrano aver peccato – e non poco – di pessimismo.
Le macchine non rubano il lavoro ma lo migliorano
Lo studio recente condotto dall’istituto tedesco Centre for European Economic Research di Mannheim, infatti, sembra raccontare un’altra, interessante verità. Le macchine non sottraggono posti di lavoro, anzi. Con il loro ingresso nelle fabbriche sono riuscite a creare occupazione e a qualificare maggiormente quella esistente, scommettendo sulla specializzazione.
Dal cloud all’intelligenza artificiale
Come sta cambiando il volto della produzione mondiale? L’Industria 4.0 poggia su un pilastro: la digitalizzazione dei processi produttivi. Ad avviare questa rivoluzione ha contribuito in modo consistente il cloud, la possibilità per le imprese di “spostare su una nuvola” buona parte dei dati e degli elementi spesso troppo ingombranti da tenere in azienda ma indispensabili. Solo per citare un esempio, rientra in questa tipologia di servizi innovativi il software per la gestione magazzino di Fatture in Cloud. Guardando oltre, a un futuro non troppo lontano, la fabbrica si riempie sempre più di intelligenza artificiale. Non c’è più spazio, quindi, per i lavoratori? Assolutamente sì.
Lo studio made in Germany
Lo studio tedesco, infatti, rischiara con nuova luce il panorama. Si tratta della prima ricerca sulle conseguenze e gli effetti dell’automazione sull’economia tedesca e risultati raccontano una storia diversa da quella che potrebbe essere immaginata. Le macchine hanno qualificato il lavoro e ne hanno prodotto di nuovo. Lo studio è stato condotto su un arco temporale che va dal 2011 al 2016, dall’introduzione dei primi robot. Cosa ne emerge? Che proprio in questi anni, in Germania, l’occupazione ha registrato un aumento complessivo compreso tra l’1,5 e l’1,8 per cento.
Come cambia il lavoro con il supporto dei robot
Forse è vero che in una fase iniziale i robot pronti a firmare il cartellino hanno lasciato spaesati lavoratori e datori di lavoro. In una prima fase, infatti, si è registrata una flessione dell’occupazione, con una perdita del 5 per cento. Ma si è trattata di una parentesi molto breve, seguita quasi subito dalla creazione di nuova occupazione. Il segreto è proprio nella trasformazione vissuta dalle imprese, come ben spiega una delle autrici dello studio, Melanie Arntz. Oggi, dice Arntz, “quell’azienda può produrre la stessa merce, in maniera più economica”. A spingere la domanda è il prezzo più competitivo di un prodotto che costa meno, “la domanda sale – aggiunge la ricercatrice – e serve assumere più persone per soddisfarla”.
La metodologia
La ricerca è stata condotto attraverso interviste che hanno interessato 2 mila manager alla guida di 2 mila imprese tedesche, operanti in settori diversi. A loro è stato chiesto, in particolare, di valutare il grado di automazione delle proprie aziende. La valutazione è stata effettuata ogni anno nel periodo considerato. I dati, poi, sono stati messi a confronto con quelli relativi a circa 300 mila lavoratori forniti dall’Agenzia federale tedesca per l’impiego.
Beh da molti anni, c’è pure chi se le sposa le macchine senzienti e veggenti, sembra un’amore ibrido e feticista molto richiesto, anche dal neuromarketing, totalitarista ….
https://www.bombagiu.it/robofilia-matrimoniale/
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