Giovanni Giocondo derubato.

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Mi chiamo Giovanni Giocondo e non sono tonto, ma lo prendo nel culo dal mondo.

Derubati sempre, difesi Mai!

Buongiorno al mondo da Giovanni Giocondo. Solerte e allegro comincia una nuova giornata nel suo posto di lavoro: il negozio.

È una mattinata molto calda, la donne hanno preferito andare in spiaggia, gli anziani restare in casa, i giovani immersi nelle realtà virtuali mentre gli uomini giocano alle sale slot/scommesse o cazzeggiano ai bar. Praticamente non c’è in giro nessuno! Tranne le zingare! Un nutrito gruppo entra proprio da Giocondo, lui scatta in piedi cercando di arginare l’invasione. Con scarsi risultati per la verità. Loro attuano la solita tattica si dividono a ventaglio nel magazzino incominciando a richiamare l’attenzione del venditore con domande a raffica, facendolo rimbalzare come una pallina da ping pong. Maestre nell’arte dell’abbindolare il prossimo, fanno quasi girar la testa al pover’uomo.

Finalmente se ne vanno, senza aver comprato nulla naturalmente, rimettendo a posto però nota la mancanza di almeno due paia di scarpe. Non può essere possibile! Si ripete Giocondo tra se e se. Non avevano borse ne giubbotti, indossavano canottiere aderenti e gonne lunghe. E se avessero? No! Non può essere possibile! Come avrebbero potuto infilarsi due paia di scarpe con tutte le scatole sotto le gonne senza essere viste?

Possibile che mi abbiano derubato? Mi sarò sbagliato nell’inventariare gli articoli presenti!”

Si dice il signor Giocondo.

Passano mesi ed eccole nuovamente varcare la soglia del negozio. Sfacciate oltre che svergognate si presentano indossando le scarpe misteriosamente svanite la volta scorsa. Allora era stato proprio derubato! Giovanni diviene paonazzo in volto le caccia via per paura di commettere qualche atto improprio. Reagiscono animatamente sentendosi discriminate per non poter accedere in un luogo aperto al pubblico. All’accusa di essere ladre starnazzano ancora più forte, proclamando la loro innocenza. Offese per una tale oltraggiosa accusa, inveiscono contro il titolare:

Bugiardo!”

Ci tratti così solo perché siamo delle zingare indifese!”

Non siamo delle ladre!”

Alzando costantemente il tono di voce creando la solita caciara. Giocondo per nulla impressionato e su tutte le furie urla ancora più forte:

Non siete ladre! Allora dove avete preso le scarpe che indossate ai piedi?”

Colte in fallo si zittiscono immediatamente sparendo in un batter d’occhi, come gli scarafaggi quando accendi la luce.

Dopo quella esperienza Giocondo faticosamente tiene alla larga gli stormi di questi parassiti. Fino a quando una sera ne entra una incinta e da sola, prende un paio di ciabatte da camera e tira fuori una banconota di grosso taglio per pagare. La prima domanda sorge spontanea: sarà falsa? Dopo aver accuratamente controllato le da il resto, lei insiste per avere molti pezzi di piccolo taglio, non si capisce bene per quale necessità. Finita l’operazione qualcosa non quadra, dice di aver visto un prezzo più basso e vuole pagare quel prezzo. Giocondo gli mostra il talloncino con il prezzo sul prodotto e lei rinuncia all’acquisto restituisce i soldi e la merce pretendendo di riavere la sua banconota. Lui la accontenta senza pensarci tanto, rimette tutto in cassa senza contare e la fa accomodare fuori piuttosto infastidito. Solo successivamente quando fa la chiusura della giornata si rende conto di un ammanco.

Mi ha fregato! Sono stato nuovamente derubato!”

Come un pollo oserei dire. Aveva messo su una bella operetta e, con qualche giochetto di prestigio imparato ad arte, aveva fatto sparire una parte del resto ricevuto. Ecco perché insisteva tanto per avere tanti pezzi di piccolo taglio, facilitavano i suoi magheggi!

Passata anche l’amarezza per quella mini truffa flash, Giocondo affrontava gioiosamente delle ottime giornate di lavoro. La buona sorte gli sorride per farlo rifare delle perdite subite, pensava felice. Proprio in un rovente ed affollato pomeriggio due donne riescono a portargli via la sua tracolla. Una borsettina in cui custodiva oltre ai documenti anche una discreta somma per pagare certi fornitori. Era ben posizionata sotto il banco di lavoro in una zona di non facilissimo accesso agli estranei, o perlomeno senza essere visti. Così credeva, ma le due approfittando di un brevissimo attimo di distrazione, sempre per controllare se altre due donne con un uomo piuttosto confusionari non avessero taccheggiato qualcosa, hanno colpito fulminee e precise come il morso di un cobra.

Al momento della chiusura non trovando più la sua tracolla si rende conto dell’accaduto. Si dispera e cerca ovunque senza risultati, comincia a ripercorrere mentalmente il suo contenuto ed il pensiero corre subito ai soldi. Poi i documenti, la chiave della vecchia auto del genitore, o no! Anche l’abbonamento del treno. Fortunatamente però ne aveva tirato fuori il suo smartphone ed il mazzo delle chiavi. Altrimenti avrebbe dovuto dormire li in attesa di cambiare la serratura come pure tutte quelle di casa, magra consolazione però! Il furto brucia come una ustione di terzo grado.

Alla stazione dei carabinieri, per denunciare di essere stato derubato, il pubblico ufficiale fa spallucce quando Giovanni vorrebbe inserire la descrizione delle presunte ladre.

Tanto la denuncia serve solo per tutelarla da eventuali utilizzi impropri dei documenti perduti.”

Non potrebbe essere utile per identificare le ladre, che evidentemente sono delle professioniste?”

Questo in teoria, in pratica sarebbe meglio stare più attenti ed essere più cauti.”

Insomma va a finire che alla fine la colpa è mia! Reo di aver lasciato in vista la mia tracolla sotto il mio banco di lavoro dentro il mio negozio!”

Che amarezza!

Se le avessi colto sul fatto?”

Ci chiamava e le denunciava, ma probabilmente uscivano prima di lei dalla caserma!”

E se avessi reagito preso da rabbia?”

In tal caso sarebbe stato lei passibile di denuncia e probabilmente condannato ad effettuare un risarcimento economico. Ascolti un consiglio: ci metta una pietra sopra e stia attento per il futuro.”

Si ma adesso mi toccherà rifare tutti i documenti……”

Stia pure tranquillo! È diventato tutto semplicissimo, le spiego: domani mattina si recherà nel suo comune di residenza con tre foto tessere e richiederà la carta d’identità poi torna da noi con altre due foto tessere e le rilasciamo il permesso temporaneo di guida e la nuova patente ed il tesserino sanitario le arriveranno comodamente a casa.”

Ah! Praticamente avete adattato il sistema al problema!”

Ma naturalmente il tesserino sanitario non è mai arrivato, e ti pareva! Anche questa è Italia e così ancora una volta Giovanni Giocondo l’ha preso nel culo dal mondo.