Dopo aver letto il libro “Chi parla poco ha gli occhi che fanno rumore“, abbiamo avuto la fortuna ed il piacere di intervistare Silvia Brindisi, l’autrice di quest’opera che consigliamo a tutti quanti ed in modo particolare a chi sta attraversando un periodo privo di ottimismo.
Chi è Silvia Brindisi? Raccontaci un po’ di te.
Sono una ragazza di Roma, ho 36 anni e nel 2010 mi sono laureata come educatore professionale di comunità. Ho diverse passioni tra cui leggere, scrivere e viaggiare. Ritengo che avere delle passioni sia molto importante per confrontarsi con gli altri ma anche per arricchirsi. Sono una persona determinata, sempre sincera, ma anche solare, sognatrice a cui non piace programmare troppo la vita.
Silvia Brindisi, quando e perché ti sei avvicinata alla scrittura?
Mi è sempre piaciuto scrivere sin da adolescente, e non ho mai smesso fino a quando l’anno scorso ho deciso che volevo condividere con gli altri le mie emozioni, i miei pensieri pubblicando il mio primo libro. E’ stata una grande soddisfazione, ma ancor più grande pubblicare anche il secondo libro in poco tempo.
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Chi parla poco ha gli occhi che fanno rumore” cosa diresti?
Il senso del mio libro è quello di non mollare mai nonostante le diverse difficoltà, perché ci sono anche le cose belle quali l’umiltà nell’aiutare chi vive momenti o situazioni non facili. Nessuno deve restare solo.
Tre motivi per convincere i nostri lettori a comprare il tuo ultimo libro?
E’ scritto col cuore, racconta di una realtà che esiste ed, inoltre, è redatto in modo chiaro e diretto.
Cosa ti ha portato a trattare il tema dei senzatetto?
Spesso nella mia città vedevo molte persone senza fissa dimora e mi sono sempre posta molte domande, dispiacendomi nel vedere delle persone vivere sole e per strada senza nulla. Era molto che ci pensavo e alla fine ho voluto scrivere e raccontare di loro, perché si tratta di molte persone che hanno una storia piena di difficoltà ed emozioni. Per queste ragioni ritengo che non vadano mai scordati, ma aiutati.
Nel tuo libro si percepisce chiaramente il tuo amore per Roma. Oltre alla bellezza indiscussa della città eterna cosa vorresti cambiare di Roma e cosa hai da dire ai tuoi concittadini?
Vorrei si cambiassero in meglio molte cose, per renderla ancora più bella, tra cui l’aumento dei mezzi di trasporto nelle zone periferiche della città, riducendo così il traffico e permettendo a chi vive in zonae lontane di muoversi senza problemi. Inoltre più pulizia nelle varie zone, e vorrei meno chiacchiere e più fatti. Ai miei concittadini posso dire di continuare a lottare per il bene di questa città, perché ci viviamo ed è di tutti.
A nostro parere il tuo libro è un inno all’ottimismo e alle buone maniere. La storia, infatti, prosegue in maniera accelerata verso una serie di “lieto fine”. Sei un ottimista convinta o l’ottimismo è un messaggio che vuoi dare come risposta ai problemi sociali moderni?
Sono un’ottimista in generale anche se non sempre è facile esserlo soprattutto nei periodi difficili che nella vita possono capitare. Il mio ottimismo è un messaggio sia per chi sta vivendo o ha vissuto momenti difficili, ma anche verso i problemi del sociale. Questo settore, e ne parlo da diretta interessata perché ci lavoro, dovrebbe essere messo in risalto, tutelato. E’ necessario inoltre aumentare le strutture rivolte a chi è in difficoltà dando così anche lavoro a chi vuole entrare in questo settore.
Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro?
Vorrei che il lettore capisse dal mio libro che è molto importante il dialogo e l’umiltà verso gli altri. Vorrei che smettessero di avere pregiudizi e che tutti insieme potessimo migliorare ed aiutare gli altri. Basta indifferenza ed ipocrisia, siamo persone.
Nessuno è indenne dai problemi o difficoltà ma è importante il confronto e l’accettazione dell’altro, perché anche un semplice incontro casuale può cambiarti la vita proprio quando non ci speri più.
Cosa pensi del mondo dell’editoria moderna e del suo rapporto con i giovani? E cosa cambieresti?
Penso che non dovrebbero esistere case editrici che ti chiedono soldi per pubblicare un libro. Spero che aumenti la presenza di gruppi editoriali onesti e no profit che non chiedono nulla in cambio. Ammiro i tanti giovani che vogliono realizzarsi come scrittori. Il mio messaggio è che devono continuare a credere nei loro sogni ma anche tutelarsi ed informarsi bene prima di pubblicare un libro.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Continuare a divulgare sempre di più il mio nuovo libro tra interviste in radio e presentazioni. Intendo prosguire godendomi questo treno su cui sono salita sperando che mi porti altre belle emozioni e novità. Il mio desiderio è realizzarmi come scrittrice.
Ho in mente già un altro libro, ma non posso dire di più.
Mi raccomando comprate il libro di Silvia Brindisi che si può trovare sia in formato cartaceo che in ebook. Ricordatevi che è importante leggere sempre e che un incontro può cambiarti la vita.
Potete seguire Silvia Brindisi su Faceook sulla pagina “I miei libri” e sul mio sito www.SilviaBrindisi.it