Beautiful that way: parole dissonanti di una sofferente cronica.

La vita appesa ad un filo che si può spezzare facilmente come per le corde di una chitarra. Figli degli anni ’90 e del Grunge, non potevamo non essere bandiere del malessere esistenziale.

Viviamo nella società dei consumi, dove bisogna avere tutto e subito.

Incuranti dei valori, assorbiti da un benessere illusorio, tiriamo a campare, lontani dalla vera condivisione degli sguardi ed avulsi dal contatto con il mondo naturale.

Timorosi, viaggiamo inconsapevoli e tristi, nel mondo dei malanni immaginari.

Non ho timore ad ammettere di essere io, la prima ipocondriaca esperta In questo campo.

Non mi riferisco a mal di gola o sciatalgie.

Parlo di turbamenti: è il mio animo che, accidenti, rifiuta l’equilibrio coccolandosi nel dolore.

Presunto o reale, è ormai irrilevante; non conta la qualità dell’inquietudine, è preoccupante la sua intensità.

Già,perché pur stando effettivamente bene, io sto male veramente.

O almeno credo.

Siamo una generazione iper fortunata, e la guerra non sappiamo neanche cosa sia.

Non abituati al dolore, ci permettiamo il lusso di misurarlo ed immaginarlo.

Cogito ergo sum.

Noi,ragazzi di oggi pensiamo, quindi siamo un po’ ‘ fragili.

Spesso penso di voler staccare la spina della mente, dimenticando il mio essere privilegiata su questa Terra.

Bisogna resettare la tipologia dei pensieri ed iniettarsi una carica di positività, vedere il bello, tra le mille difficoltà del mondo.

Essere forti, in un Paese che ci vuole fragili e succubi schiavi di un sistema confuso e malsano.

Non dobbiamo smettere di pensare, anzi, è nostro dovere iniziare a farlo con consapevolezza, usando le piene facoltà che ci sono state concesse.

A noi ragazzi tocca reagire, alzarci e tirar fuori quanto di buono possiamo donare al mondo.

Metterci alla prova, senza paure e pregiudizi, ma soprattutto, senza vergogna.

Coraggio ne abbiamo, è solo nascosto sotto lo smartphone, velato da un sorriso azzardato, celato in una solitudine reale.

Tante isole spaventate, ci affacciamo nell’universo persi e svuotati della gioia.

Mi sento portavoce di molti nel dire basta a demotivazione e rassegnazione.

Siamo ancora vivi, e faremo della nostra vita un capolavoro di poesia.

“Ti diranno di non splendere, e tu splendi, invece” (Pier Paolo Pasolini).

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Beautiful that way – By Shaana