Continua l’invasione degli extracomunitari. Continua anche lo sperpero di denaro pubblico in centri di accoglienza di queste persone mantenute ad un ozio, che alla fine li abitua a pretendere sempre di più.

Pochi di loro cercano di rifarsi una nuova vita in un paese dove c’è poco anche per gli italiani. Sopratutto per quegli italiani caduti in disgrazia che si vedono negare aiuto perché per lo Stato e i Comuni, non sono casi prioritari.

Ed ora, piano, piano, sta’ iniziando l’arroganza e le pretese di chi è ospitato nel nostro paese.

L’italiano buonista da’ il suo aiuto a persone che un giorno lo prevaricherà. Lo stesso Italiano che porta nei campi ROM i suoi abbigliamenti dismessi. Gli stessi profughi (che pretendono ancora di farsi chiamare così) che dopo andranno a rubare in qualche casa per “ringraziare” chi lo ha ospitato, perché questo loro “prendere” in modo spregiudicato è nel loro DNA.

Si compreranno auto da 50mila euro, e se interrogati in merito ti diranno: “che interessa a te, non ti importare di nostre auto, italiano di merda!“.

L’italiano griderà, si lamenterà, magari rinforzerà la sicurezza della casa, ma fondamentalmente incasserà e vivrà passivamente nella speranza che cambi qualcosa.

Gli extracomunitari invece non s’integrano. Anzi fanno piuttosto integrare i giovani italiani a coltivare le loro esigenze, che insegnano a salutare nelle loro maniere, che si vestono imitando la moda di questi popoli, fino a disdegnare le meravigliose pietanze della tradizione italiana che le nostre nonne e mamme cucinano amorevolmente, per prediligere cibi di altre culture ma solo per far tendenza.

Gli italiani mollaccioni e senza carattere si lamentano in silenzio lontani da orecchie che possono additarli come razzisti. Si lamentano e poi votano gli stessi ladroni e con rassegnazione dicono in coro: prendiamo quello che c’è, e fino a che ne abbiamo, paghiamo

. . . E poi?

Nessuno si accorge del disegno di limitare il coro di quei pochi italiani che vedono la fine del popolo italico, venduto e non preso in considerazione dagli stessi italiani, un popolo che si sta’ disgregando, mentre gli extracomunitari aiutati dalla sinistra e dalla CGIL si stanno organizzando per prendere il potere.

I terroristi non si sconfiggeranno con l’ISIS, ma ci sconfiggeranno con l’aiuto degli italiani del livello politico. Italiano vigliacco, italiano opportunista che lucri su questa situazione, chiamami pure razzista, fascista, SS, capó; chiamami quello che vuoi, ma con la tua passività dimostri solo di essere nella maggioranza dei casi, vigliacco, oppure opportunista che con grande probabilità, trova un guadagno in tutto questo, comunque di certo soccomberai senza combattere anche tu in una nuova Italia.

Quello che importa sono i miei valori di vero italiano, e non posso fare altro che accusare l’italiano come responsabile di tutti questi eventi. L’italiano che si rinnega e che agisce a discapito di altri italiani e che permette tutto questo con un disegno preciso.

“Una società globalizzata si governa meglio se è fatta di persone deboli con poco senso critico, e niente in comune che li unisce, quindi irrazionali, e a sé.” (Aforisma di Danilo Mainardi).

Continua la invasione degli extracomunitari di Nico Colani

ELABORA . PENSIERI: http://elaborapensieri.altervista.org

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Nico Colani nativo di Genova. Si diploma elettricista e in elettronica ed in seguito la sua passione per il digitale lo vede applicarsi da autodidatta in informatica e sviluppo web, poi è titolare per vari anni di una piccola impresa di trasporti. Nico assiste al fiorire di periodi di grande boom industriale ed economico per l’Italia partecipando anche a varie attività sindacali per la tutela dei diritti lavoratori. Eterno pensatore e provocatore, Nico Colani si è sempre impegnato, attraverso vari mezzi di comunicazione come il suo blog decennale di satira “Guanot” e più recentemente con “Il Macigno” ad individuare i grandi paradossi sociali nella vita contemporanea fino ad estrapolarne le sue dissonanze. Il suo è non solo un invito a meditare, ma a sollecitare pareri al fine di aiutare la propria società a ristabilire gli equilibri sociali, culturali ed economici persi nei cambiamenti generazionali dove si è scelto di crescere e maturare senza consapevolezza storica e culturale del proprio paese di origine. Il suo motto è sempre stato “Ruit Hora”, ovvero “Il Tempo Fugge”. Isabella Montwright