Anno 2017, un periodo da ricordare o dimenticare…

Questo Stato non ha giustificazioni; questo stato è abusivo e fa solo gli interessi delle banche e dei più forti.

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Anno 2017: il periodo peggiore degli ultimi 70 anni;

Uno Stato che pensa solo al proprio potere e distrugge un paese;

Falsi profughi accolti senza nessun criterio di sicurezza specie riguardo malattie.

Profughi di passato sconosciuto che invadono il paese senza rispetto e per i cittadini italiani, macchiandosi di violenze inaudite su anziani, bambini e donne con terribili stupri;

Una giustizia che li assolve con mille cavilli;

Uno Stato che rinnega le proprie tradizioni per non offendere i musulmani;

Uno Stato di Sinistra che conosce solo il ladrocinio;

E uno Stato che vuole il controllo totale del cittadino togliendogli anche la possibilità di parlare: la dittatura rossa;

Un popolo vessato e che non reagisce neanche alle violenze, per volere dello Stato che determina che non è consono reagire alle violenze dei criminali, soprattutto stranieri;

Uno Stato che non è in grado di aiutare le vittime di calamità naturali;

Uno Stato pronto ad abbattere una casetta provvisoria di pochi metri abitata da una terremotata di 95 anni, con la scusante che è abusiva? Ma come si può parlare di abusivismo in un territorio distrutto? E dovrebbe stare dentro un container? Perché un container è regolare?

Questo Stato non ha giustificazioni; questo stato è abusivo e fa solo gli interessi delle banche e dei più forti;

Eppure ci sono ancora simpatizzanti di questo Stato anche se piano, piano si stanno defilando… Per questo stanno facendo la buffonata dello sciopero della fame per approvare lo IUS SOLI, solo per futuri voti, portando così un paese nella totale incertezza economica agevolando i finti migranti nell’inserimento e accantonando gli italiani PER RUBARE A QUESTI QUEL CHE RIMANE DELLA LORO IDENTITÀ NAZIONALE.

Anche alcuni sindacati stanno facendo la stessa cosa cercando dei nuovo clienti, ovvero i nuovi italiani dai quali attingere nuove tessere.

Uno Stato indegno che non pensa al futuro degli italiani ma bensì solo al suo . . . ma non dimentichiamo che ci sono anche quegli italiani che pensano solo ai propri interessi, al proprio business con i finti profughi.

Come spiegare tutto questo buonismo e carattere remissivo? Il lavoro dei media? L’educazione?

Si punterei molto sulla mancanza di educazione civica, ovvero una generazione che non ha pensato ad educare i figli con i valori e tradizioni da conservare nel tempo, genitori e nonni che hanno dimenticato i sacrifici per far vivere figli e nipoti con un metodo consumistico che ha portato a rimbecillire i ragazzi e far perdere loro tutti i valori e rispetto per il prossimo. Ragazzi che sono oramai sempre attaccati ad un cellulare a mandare messaggi ad amici o a postare foto sui social, ragazzi che si fanno venire l’esaurimento se amici si cancellano dai loro profili.

Così insorgono guerre e litigi sui social, persone che raccontano la loro vita e i loro problemi a chiunque legga; a pensare che c’indigniamo quando dal medico, per fare una analisi, sei costretto a firmare un modulo sulla privacy…mentre poi le persone mettono dettagli della propria vita a conoscenza di tutti quelli che attingono alla rete.

Oggi i ragazzi camminano a velocità superiore e vogliono tutto e subito.

Purtroppo molti genitori vogliono il meglio per i figli e non guardano in faccia nessuno per esaudire i loro desideri senza capire veramente il bene dei ragazzi. E ne vediamo i frutti: giovani che ogni sera sono a fare un happy hour, mentre i genitori fanno sacrifici per mantenerli, e questi figli, non tutti ma i più furbetti, magari si allungano l’università solo per farsi la bella vita.

Questa voglia che un figlio debba fare per forza il medico, l’avvocato, o l’economista ripudiando mestieri e artigianato è sbagliato. Certo, è giusto che un ragazzo con i voti e la passione, porti avanti la sua ispirazione, ma non deve fare necessariamente quello che non ha fatto i genitori. Molti ragazzi infatti, laureati solo con la sola sufficienza oppure dopo aver ripetuto esami all’infinito, alla fine non svolgeranno mai il ruolo che si erano prefissi e se lo fanno, non lo faranno bene.

Quanti ragazzi seguono le direttive dei genitori per poi non percorrere la loro strada per via della loro insufficienza o per via dell’impossibilità di trovare occupazione?

Il mondo non ha bisogno di soli dottori o ingegneri. Abbiamo bisogno anche di muratori, idraulici, panettieri, giardinieri, etc… Perciò, se una di queste occupazioni rendesse felice un ragazzo, perché non la deve intraprendere? Ogni persona deve poter scegliere una sua strada ed una che lo renderebbe felice. Ritornare alla semplicità, all’amore per la terra e la natura che è salvezza: questo è quello che dobbiamo predicare come genitore.

Lasciamo che i nostri ragazzi seguano i loro desideri, facciamo capire a loro il valore della vita; facciamoli uscire dall’indifferenza generale e dall’amore per la materia.

Cerchiamo di riacquistare i valori e le tradizioni, quelle che hanno portato avanti il paese e la nostra dignità. Solo così dimenticheremo gli anni bui e leniremo i danni.

Che la ragione abbia il sopravvento.

Anno 2017, un periodo da ricordare o dimenticare… di Nico Colani

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Nico Colani nativo di Genova. Si diploma elettricista e in elettronica ed in seguito la sua passione per il digitale lo vede applicarsi da autodidatta in informatica e sviluppo web, poi è titolare per vari anni di una piccola impresa di trasporti. Nico assiste al fiorire di periodi di grande boom industriale ed economico per l’Italia partecipando anche a varie attività sindacali per la tutela dei diritti lavoratori. Eterno pensatore e provocatore, Nico Colani si è sempre impegnato, attraverso vari mezzi di comunicazione come il suo blog decennale di satira “Guanot” e più recentemente con “Il Macigno” ad individuare i grandi paradossi sociali nella vita contemporanea fino ad estrapolarne le sue dissonanze. Il suo è non solo un invito a meditare, ma a sollecitare pareri al fine di aiutare la propria società a ristabilire gli equilibri sociali, culturali ed economici persi nei cambiamenti generazionali dove si è scelto di crescere e maturare senza consapevolezza storica e culturale del proprio paese di origine. Il suo motto è sempre stato “Ruit Hora”, ovvero “Il Tempo Fugge”. Isabella Montwright