Dibattito politico, o partita di calcio? Poco cambia. Seppur dura ammetterlo anche questo è ormai uno sport: PolitiCam!

Quella che dovrebbe preoccuparsi – o si sarebbe dovuta già nei secoli preoccupare – del benessere (etico) di una società sta per diventare sempre più minimalista. Giornali, tv, social la stanno trasformando in una tendenza, un passatempo, un hobby. Un’immagine, la moda delle T-shirt di Che Guevara e Bob Marley (convinti che fosse un politico giamaicano) che aiutano ad identificare le giovani masse a scegliere il lato politico, come se fosse una squadra da tifare.

Fra un disegno legge e una processione di sensibilizzazione su luoghi crollati, premier carismatici – ma non per forza, “chi è Gentiloni?” – e antagonisti delle opposizioni assumono forme convincenti per il “populino” che raglia fra sé per difendere la propria parte.

Legalizzazioni, civilizzazioni, frontiere sono ormai generi di fiction. Storie vere, o improvvisate dal caso, diventano passatempo per gente anziana, casalinghe “casa-chiesa-supermarket” e ragazzini che ci si trovano quando la mattina stanno facendo colazione. Spesso capita che certi omicidi diventano delle vere e proprie serie televisive, senza volerlo. Ma questa è un’altra storia.

Alcuni partiti sembrano squadre di calcio: calciomercato 24h su 24h, sette giorni su sette, percentuali, scandali, parole pesanti sulla vita di tutti. Cosa ancora? Un Grande Fratello per politici?

Ma va bene così! Non dispiace a nessuno. Si deve pur passare il tempo con qualcosa. Dopo ore passate a lavoro (per chi ce l’ha) la mente deve distrarsi un po’. Se MasterChef è troppo banale meglio un telegiornale: disoccupazione che scende, incremento della percentuale di giovani che lasciano il paese per andare a lavorare all’estero. Tasse che aumentano, tasse che scendono, qualunque sia il lato della frittata di qualcosa bisogna pur sempre parlare.

Di Giuseppe Salemi

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