Che cos è il decadimento amministrativo? Di programmi televisivi in stile Floris, o Lili Gruber, ne abbiamo tanti, grazie anche alla vasta gamma di argomenti che le continue campagne elettorali ci offrono.
Argomenti che, però, vengono a rispondere sempre meno alle esigenze della gente, del popolo. Temi che non sono degni di essere trattati al fine di uno sviluppo intellettuale e culturale per la nostra amata Italia. Diciamo, che queste trattazioni, servono più a passare il tempo, guardando nel tempo libero un po’ la TV… ma questa è un’altra storia [si veda articolo PolitiCam, sempre scritto dall’autore per BombaGiù].

Il popolo è sommerso da news che stanno servendo solo ad alimentare un’inutile rabbia verso tematiche che meriterebbero meno attenzione; oppure, qualora ricoprissero un po’ di importanza, queste argomentazioni vengono trattati con scopi di partito.

Per esempio, si prenda il caso della Sea Watch. Abbiamo due partiti politici, che vogliono solo aumentare (o mantenere) il numero dei propri seguaci. Da una parte la Lega che crea una guerra mediatica contro il governo olandese, mantenendo coerenza col popolo sostenitore anti immigrati. Mentre dall’altra parte abbiamo il Partito Democratico che attua una raccolta fondi per pagare il risarcimento inflitto all’ONG, sostenendo una politica pro immigrazione.

Morale: nessuno parla di valori etici e decadimento amministrativo! Neanche il PD, poiché si concentra solo alla causa legale.

Si vuole solo rafforzare il proprio simbolo, non mettendosi a tavolino a parlare con la commissione europea! E altrettanto lo fa la mediazione che – sempre meno capace ad informare in maniera intellettuale – non aiuta a vedere il lato etico della questione. Non si vede che prima della questione immigrazione esiste una questione umana, come l’ingiustizia di far patire uomini privi di qualsiasi avere, da 18 giorni su una nave.

Come anche l’emergenza Meridione, per esempio e cambiando tematica. Nessuna amministrazione politica ha mai insegnato al popolo italiano il perché esistono divari economici e di sviluppo tra la parte nord e sud del paese, oppure sul perché vi siano delle infrastrutture mediocri giù, rispetto a su. Piuttosto, gli organi che fanno la politica, invece che amministrare e trovare soluzioni lavorative idonee, hanno trovato il modo di creare futili dibattiti che hanno alimentato solo odio tra le due parti (la questione terroni e polentoni, non è mai finita, e non rimane uno sfottò) non trovando mai una soluzione.

È più comodo parlare di spread o di jobs act, non tenendo conto – o molto probabilmente sì- che gran parte del popolo non conosce perfettamente questi termini. Anzi, diventa più comodo parlare delle trattative di colossi monetari – che non fanno conti nelle tasche del popolo – e non capire che esistono problemi che dovrebbero essere quanto prima risolti, prima di un possibile crack, non solo di natura economica.

Però, è altrettanto corretto fare un’analisi a questo fatto.

Un’amministrazione politica, che sia comunale o nazionale, è composta da cittadini. Negli anni, la nostra amata democrazia è andata avanti sulle spalle di un popolo che si è distinto per la sua passività e infermità nel far valere i propri diritti. Non sempre il popolo italiano ha fatto in modo di trovarsi unito per ottenere ciò che di norma spetta ad un popolo. La politica la fa il cittadino, e se viene a mancare un referendum, per far sì che una scelta spetti a noi, popolo sovrano [articolo 1 dell Costituzione Italiana], si deve cercare di far di tutto per ottenerlo. Le ultime amministrazioni, gli ultimi partiti, hanno fondato la loro forma di potere sulle debolezze di questa società, e viene meno a parlare di come possono essere risolte cose più importanti.

Le troppe tasse, per esempio, sono la conseguenza di un popolo che sta – evidentemente- bene, visto che si lamenta solo al bar o in famiglia, che non crea alcuna protesta contro questa la politica. Oppure, da parte dei giovani, non denunciare la difficoltà di immettersi correttamente nel mondo del lavoro, soprattutto nelle figure statali dell’insegnamento o della giustizia, che negli ultimi anni richiedono forme di accesso sempre più lunghe ed inutilmente complicate.

A tal proposito, dov’è la politica? Dove sono i rappresentanti che dovrebbero lavorare per il popolo? Dove sta la coerenza, da parte del popolo, di parlare di diritti e doveri, se non si reputa importante il senso etico di società?

Sicuramente, finché si sta bene, con un buon televisore, un PC ed una buona poltrona, non ci mancherà nulla, avremo tutto ciò che ci serve. Le chiacchiere stanno a zero, le lamentele sono solo uno dei tanti argomenti su cui affogare le nostre frustrazioni.
L’importante sarà non patire, per diciotto giorni, il caldo su una piccola nave, forzatamente esiliati dalla propria terra per soddisfare gli avidi fedeli del Dio Denaro.


Decadimento amministrativo. Cose semplici di cui la politica non parla più

Articolo di Giuseppe Salemi